martedì 9 marzo 2010

... a me il paracadute l'hanno dato

Ieri sera ho partecipato alla presentazione del libro di Lidia Castellani "Mamma senza paracadute". Il romanzo narra di una donna che si trova improvvisamente, anche se non inaspettatamente ad affrontare una gravidanza, e nell'attesa del lieto evento comincia a domandarsi quale strada prenderà la propria vita. E' un viaggio nelle emozioni, nei desideri e nei dubbi di una donna che davanti al generare una vita si interroga, si domanda, cerca di darsi risposte. Il problema è che risposte non ce ne sono, può soltanto da andare avanti orgogliosa di questa meravigliosa opportunità che la vita le ha regalato, nonostante le problematiche ed i dubbi che il futuro può nascondere. Sarà mamma o sarà una donna che vuole realizzarsi nella società? O sarà entrambe? Lidia mi ha invitato a partecipare alla presentazione, io, un maschietto, ma cosa centro io mi sono domandato, visto che nella dedica iniziale c'è scritto che il libro è dedicato anche a tutti gli uomini "che per non sbagliare movimento continuano a stare fermi." Non so se per lei è stata una scelta giusta, ma a me è servito non per capire, per noi uomini è quasi impossibile, ma per cercare di capire quanto sia meraviglioso ed al tempo stesso difficile, prendersi la responsabilità di regalare una vita al mondo. Ho capito che in questa sfera noi uomini non "dobbiamo" stare fermi, dobbiamo soltanto essere pronti, pronti a muoverci quando la nostra Compagna ci fa capire che ha la necessità di percepire la nostra presenza, non è un ruolo da comprimario, è il ruolo che abbiamo, ne secondario ne meno importante.
Anche ieri sera quindi sono stato fermo (anche perchè il mio sesso era in netta minoranza)....... mi sono mosso soltanto quando con un cenno sono stato invitato a farlo, è stato come partecipare alla crescita del "figlio di carta" di Lidia, e spero di avere dato il mio contributo.