domenica 14 febbraio 2010

Sogno, illusione o triste realtà?

Capita, anzi devo dire che per fortuna qualche volta capita, che nella vita si materializzi davanti a noi qualcosa che riteniamo incredibilmente bello, una strada luminosa, una strada che inconsciamente abbiamo sempre cercato anche se non lo sapevamo. All’improvviso apri una porta ed eccola li. L’inizio è nebuloso, ogni pochi passi un incrocio, non sai quale direzione prendere ma la voglia, l’entusiasmo è così forte che vai avanti. Dopo qualche passo, anche molti, ti rendi conto che forse all’ultimo bivio avresti dovuto prendere l’altra direzione, ma non te ne importa niente perché i lampioni sono ancora accesi e la voglia di proseguire è così grande che sei disposto a sbagliare non una ma infinite volte. C’è la passione, la gioia di condividere un cammino con persone con le quali sai che qualunque cosa accada ti ritroverai accanto. Potrai sbagliare tu, potranno sbagliare loro, ma anche questo è irrilevante, perché hai la certezza che niente potrà fermarti. Il sogno che vuoi non rendere più tale, ma una concreta meravigliosa realtà è così forte che niente e nessuno potrà intralciarti, perchè hai la convinzione di essere una cosa sola con chi ha deciso di percorrere con te quella strada. Il sogno lentamente prende forma, qualche volta si rendono necessarie le visite dal medico , ma è normale, tutti i bambini si ammalano, ma vanno avanti e lentamente, faticosamente crescono. Ad un certo punto però arriva la fase dell’adolescenza, è un momento cruciale, difficile, quella tua creatura non è ancora un uomo ma non è neanche più un bambino, ed anche lei se ne rende conto, sa di essere ad un guado, combattuta tra la paura di crescere e la voglia di entrare nel mondo dei grandi. Inoltre la strada percorsa, ha traformato la creatura in una splendida adolescente, che attrae, piace, ma non solo per il motivo per il quale è nata, perchè in questo mondo le cose non sono belle solo ed esclusivamente per dare gioia.
E’ il momento di prendere decisioni, perché adesso non è più possibile sbagliare, non sono più i bivi acerbi dell’inizio, adesso se sbagli rovini tutto. A decidere sono i “genitori”, ma le decisioni devono essere condivise, devono essere scelte che aiutano a maturare, e che non gli facciano scordare che è poco più di un bambino, scelte che lo aiutano a crescere, che lo aiutano a diventare ciò per il quale è nato, ma se in questo esatto momento i “genitori” iniziano a pensare in maniera diversa? Se il volere restare aggrappato all’idea che fu, rendendosi conto che in realtà di quell’idea ha solo l’aspetto e non la sostanza? E se il voler restarne aggrappato, sapendo che non hai gli strumenti per farlo tornare ad essere ciò che avevi in mente all’inizio del cammino, ti causa sofferenza, difficoltà, problemi che possono incidere negativamente sulla tua vita, vale la pena continuare a stringere la presa? Non lo so, forse quella strada illuminata era solo un sogno, una illusione che poi si è rivelata invece nient’altro che la triste realtà, quella realtà che volevi, che pensavi di trasformare.Quindi mi domando, vale la pena continuare a crederci?

domenica 7 febbraio 2010

E c'è chi dice che in Italia non si legge!

Per superare i luoghi comuni ci vogliono i fatti, e se l'iniziativa di Alberto Schiariti (albyok), non è qualcosa di meravigliosamente concreto, non so cosa altro possa esserlo. Alberto è un lettore, una di quelle "mosche bianche" che trova affascinante sfogliare un libro e vivere emozioni da emozioni di altri. Ha deciso che la barriera dell'indifferenza che percepiva ogni mattina sull'autobus che prendeva per andare al lavoro, doveva essere in qualche modo abbattuta, non per fare qualcosa di speciale, ma perchè ne sentiva il bisogno, ed ecco l'idea, il 26 Marzo ha deciso di invitare più persone possibili a regalare un libro ad uno sconosciuto (gruppo su FB : Leggere, leggere, leggere - http://albyok.altervista.org/pensoscrivo/archives/1010/comment-page-5).
E' stata ed è un onda incredibile, mentre scrivo questo post il gruppo su FB conta già oltre 103.000 iscritti ed il numero aumenta in maniera esponenziale, le "mosche bianche" sono improvvisamente apparse ed il piccolo ronzio delle loro ali sta diventando sempre più forte. C'è chi ritiene che coloro che leggono, abbiano qualcosa in più, forse è vero o forse no, chi non legge forse non lo fa perchè non sa cosa sta perdendo, o forse perchè avvolto ed invischiato nella frenesia della vita, del proprio lavoro dei problemi di tutti i giorni, ma questa iniziativa mi ha convinto ancora più di quanto non lo fossi già che le "mosche bianche" non siano poi così poche, forse fino ad oggi sono state soltanto troppo silenziose. Oltre centomila persone hanno deciso di condividere con altri la propria scoperta, invitando chi è "sordo" ad ascoltare. Questa è a mio avviso una iniziativa che va ben oltre le intenzioni del fondatore, è una spinta verso l'idea che uno sconosciuto è qualcuno con il quale dialogare, e se non troviamo le parole per farlo cosa c'è di meglio se non regalare quelle di altri che ci hanno affascinato. Sono convinto che una delle strade da percorrere per migliorare la nostra qualità di vita sia quella di condividere le passioni, di scrollarci di dosso la timidezza e la paura di un rifiuto, davanti al quale non saremmo certo noi a rimetterci. Leggere, scrivere è un modo per metterci a nudo, superando i preconcetti e gli stereotipi della nostra società che vorrebbe ridurci ad una sorta di manchini che espongono involucri senza contenuti. Sono convinto che non siamo così, sono convinto che un esercito di libri in marcia abbia una voce potente e dirompente, io mi sono unito a quella voce e voglio che sia alta e forte, ed invito chiunque che abbia a cuore la dignità della vita a fare altrettanto, quindi.... grazie Alberto .