giovedì 10 maggio 2018

Le radici del Caos


9 Maggio 1978

Per gli italiani che hanno più di quaranta anni, il 9 Maggio 1978 è una data che seppur confusamente, rappresenta senz'altro qualcosa che ha segnato la loro vita.
Per quelli che all'epoca avevano la mia età, tredici anni, è un ricordo confuso, un'ombra grigia e sfumata durata cinquantacinque giorni, che ha aleggiato sulle nostra preadolescenza senza che ce ne rendessimo però realmente conto.

Ricordo più chiaramente il giorno del rapimento, le immagini di corpi seminascosti da teli bianchi, di una mano pendente, di macchine incastrate, di scie di sangue dalla tonalità grigia.
Ricordo la tensione, l'incredulità, lo sgomento dei miei genitori ed i telegiornali che raccontavano quello che era dato sapere.

Mio padre non si interessava attivamente di politica, era antifascista ed anticomunista. Ammirava gli americani, perché lo avevano liberato dal fascismo e non gli piacevano i comunisti, perchè erano contro gli americani.
"Il fascismo è brutto Luca" - mi diceva - "tutte le dittature sono brutte", io, negli anni a seguire lo pensavo Democristiano, ma forse non era nemmeno così. quando nella mia focosa adolescenza mi sono scontrato con lui, contrapponendomi con le mie idee da allora giovane comunista, non mi rendevo conto di quanto quell'Uomo desse invece importanza alla parola "Libertà".

Aldo Moro era un democristiano e negli anni successivi alla sua morte, da adolescente ho iniziato ad interessarmi da pensatore libero alla politica, nonostante la sua tragica fine, lo consideravo comunque un avversario politico, lo equiparavo al  "Divo", lo sovrapponevo a Giulio Andreotti. Soltanto in seguito ho capito quanta differenza ci fosse, anche se entrambi, in modo diverso, devo riconoscere che sono stati grandi servitori dello Stato.

La differenza tra i due però, a mio avviso è fondamentale. Moro vedeva nell'azione politica, un ponte di mediazione e di convergenza del sentire del Paese, una prospettiva da convogliare in un alveo istituzionale. In Moro c'era il rispetto del Diritto, il rispetto dell'avversario, con il quale non solo si poteva, ma si doveva dialogare. Cercava di portare l'altro sulle proprie posizioni, non ritenendo però quest'ultime dogmi irremovibili, ma soprattutto affermava che il cardine della Democrazia fosse il rispetto dei principi democratici di libertà di parola, di confronto, di accettazione politica dell'avversario.

Andreotti ha invece protetto il proprio territorio, ha inteso la difesa della Democrazia come affermazione dei propri valori, l'avversario politico andava arginato, non incluso.

Indubbiamente Andreotti, con i suoi provati contatti e collusioni con i poteri mafiosi, è andato ben oltre a quella correttezza e cristallina moralità che doveva essere propria dell'Uomo di Stato, ma anche a lui va riconosciuto che scelse quella strada non per beneficio personale, ma perchè riteneva che fosse la strada migliore per difendere i valori che pensava indispensabili per la sopravvivenza della Democrazia.

A distanza di anni, ma anche meno, apparve chiaro che dietro il sequestro e l'uccisione di Moro non ci fossero solo le Brigate Rosse, ma anche potenze straniere, la Mafia, poteri economici e gli stessi compagni di partito di Moro, come lui stesso affermò nella sua ultima lettera. E' storia provata che Moro non si doveva salvare, il pensiero politico di Moro doveva essere fermato, era pericoloso. 

Non si poteva permettere che l'allora Partito Comunista diventasse l'altro pilastro della struttura politica e di conseguenza economica del Paese, la contrapposizione fra due ideologie e tra le persone faceva, ha sempre fatto comodo al "Potere" occulto, al potere economico, non si poteva, anzi non si doveva trovare un "Compromesso", la pace sociale non permette di sfruttare l'odio reciproco per conseguire gli scopi personali. 

E' immaginabile cosa sarebbe potuto accadere se ciò fosse successo? E' immaginabile pensare quale sarebbe stata oggi l'Italia se i valori Democratici fossero riusciti a trasformarsi ed a trasformare quelli comunisti in una unica strada condivisa? Se l'integrità della visione politica di Moro si fosse fusa con l'idea di una società basata sulla equità sociale ed economica del comunismo? Io penso che oggi saremmo in un contesto estremamente diverso ed a mio avviso immensamente migliore.

Da quel 9 Maggio 1978 l'Italia ha come sterzato ad un bivio, da quel momento l'affermazione dell'idea personale di una forza politica rispetto all'altra è diventata la ragione della Democrazia, si è smesso di cercare il vero dialogo, a favore di accordi momentanei per arginare ed impedire che l'altro potesse "contaminare" la verità posseduta da ognuno.

E' stato un lento ma inesorabile declino della purezza della politica, perchè da quel momento la Politica, quella vera, quel meraviglioso strumento attraverso il quale le persone possono manifestare e trasformare concretamente la propria visione della società, si è trasformata nella demonizzazione del pensiero diverso.

9 Maggio 2018.

Eccoci ai nostri tempi, per chi non si rifiuta di vedere, il pensiero che ho sopra esposto appare inevitabilmente e maledettamente concreto. Le forze politiche non si sognano minimamente di pensare ad un futuro nel quale convogliare il diverso sentire in una unica via. L'avversario è il nemico, che va distrutto, demonizzato, denigrato. 

L'avversario è colui che non si merita neanche la possibilità di un confronto. La colpa del singolo viene spalmata ed etichettata su tutto il partito al quale appartiene, si spinge a far credere che se uno due, dieci, cento di quel partito rubano, rubano tutti. Poco importa se in quello stesso partito ce ne sono cento, mille, diecimila che non lo fanno. Le azioni, le stesse azioni, se compiute dal proprio partito sono giuste e dovute, se fatte dagli altri diventano tradimenti dei valori democratici.

Lo spirito di tolleranza, condivisione, compromesso, dialogo è ormai soltanto un concetto tirato per la giacchetta al momento del bisogno, svuotato completamente di quel meraviglioso contenuto che invece è e rappresenta.

Vorrei tanto che un giorno, la strada che aveva indicato quello che ritenevo e ritengo tutt'ora un mio avversario politico, la strada che aveva ipotizzato Aldo Moro, possa essere nuovamente imboccata, lasciandosi alle spalle questo periodo buio fatto di urlatori, denigratori, falsi immacolati.
Lo spero e ci credo, perchè la Storia alla fine, ai periodi di oscurità, ha sempre fatto seguire stagioni di meravigliose possibilità.

Spero che anche questa volta, dall'origine del caos, possa nascere una nuova migliore occasione.