mercoledì 10 novembre 2010

Che nostalgia

A volte mi è impossibile capire come possa essere successo.
Le considerazioni che faccio in questo mio articolo sono state riaccese dagli ultimi fatti che se provati e corrispondenti al vero, hanno coinvolto la seconda più alta carica dello Stato Italiano. Voglio però dire che tali eventi non hanno creato, ma riportato in luce, un mio pensiero già presente ed esistente ma che correva il rischio di diventare assuefazione, come tante cose che oramai abitualmente accadono nel MIO Paese. Oggi non genera quasi più neanche fastidio il sentire di politici, Amministratori illustri, coinvolti in truffe, in operazioni mafiose, in scandali di corruzione. Ormai tutto è diventato “normale”, facente parte del vivere quotidiano, una assuefazione generalizzata, dettata dal “chi se ne frega basta che non levino i soldi dalle mie tasche”. Questo modo di pensare è ormai cosa comune, sostituendo lentamente e subdolamente quei valori nei quali credevano i nostri genitori, le persone che hanno lottato, sofferto e che sono anche morte per regalarci un posto degno di essere vissuto.
E' populismo dire che oggi i valori che veicolano come normali è acquisiti, siano quelli del successo facile, o del raggiungimento dell'obbiettivo seguendo strade un tempo considerate immorali? Non è importante come si raggiungono le cose è importante raggiungerle, poca importa se nel frattempo si ruba, si truffa, si commettono reati, ormai non è più importante capire come stanno le cose, ragionare, verificare come qualcuno sia riuscito ad ottenerle, l'importante è che siano state ottenute. La cosa che ritengo devastante è che questo modo superficiale di raffrontarsi con gli altri ha lentamente scippato il nostro potere di critica, di pensare e di giudicare. Qualunque cosa accada se in qualche modo giustificata, imbellita da una patina luccicante, diventa vera.
La cosa che in realtà mi stupisce nel caso di Ruby è la giustificazione che è stata data e che in sintesi è che l'intervento della seconda più alta carica dello Stato sia stata dettata dalla volontà di aiutare una ragazza in difficoltà. Sono andato a vedere le fotografie presenti in Rete di questa giovane donna, e mi sono bastate. Mi domando allora, ma tu che hai giustificato il tuo comportamento con quella spiegazione, quale opinione hai di me, quale rispetto hai per la mia intelligenza? E mi domando, se un mio amico si fosse giustificato in quel modo, dove l'avrei amichevolmente mandato? Secondo la mia personalissima opinione spacciare una tale giustificazione indica disprezzo verso coloro che ne sono i destinatari.
Ho inoltre ascoltato la diatriba afferente la divisione tra vita privata e vita pubblica, verità sacrosanta questa, ognuno fa quello che la propria moralità gli consiglia, libero di farlo, sempre che non si infrangano le Leggi (giuridiche), ma nella vita di ognuno di noi, quotidiana, a chi affideremmo le chiavi di casa, o i nostri figli, o ciò che più ci preme se non a coloro dei quali ci possiamo fidare, dei quali conosciamo il loro comportamento e lo condividiamo, di coloro che hanno conquistato la nostra fiducia. Faccio un esempio, daremmo ad un “magnaccia” la nostra casa mentre siamo in vacanza?
Allora mi domando ancora perchè stiamo affidando il governo del nostro paese, le istituzioni, le decisioni che determineranno il nostro futuro, a persone la cui vita privata è indice di non limpidissima moralità e rispetto degli altri? Come possiamo pensare che invece avranno rispetto di noi e che terranno conto delle nostre necessità.
Niente ormai ha più importanza, l'unica regola e l”Io” sopra tutto e tutti, ma questo mi genera rabbia e rimpianto, rimpiango i tempi in cui ad animare la coscienza politica erano gli ideali, anche diversi, contrapposti, all'antitesi, fascisti e comunisti, demoscristiani, ma ideali che univano e che prospettavano alle rispettive parti la voglia di creare qualcosa che fosse un sentire comune, condiviso, migliore, un fuoco di passione, di ardore, di sogni e speranze, per i quali sacrificarsi fino a mettere a repentaglio anche la vita. Rimpiango le contrapposizioni, l'urlare passionale e mi infastidisce oggi questo modo di "comunicare" fatto di ripetizione di concetti all'infinito per farli diventare verità, perchè anche una bugia, ripetuta tante volte diventa verità.
Mi nausea questa metodologia mirata a non far parlare, gracchiando sopra l'antagonista che cerca di esporre la propria tesi. Mi deprime il volto della politica che ha seguito le regole della pubblicità, che ti fa comprare un partito non perchè migliore o consono a te, ma soltanto perchè è quello con una immagine più evidente e luccicante.
Vorrei riappropriarmi della mia coscienza della mia autonomia e intelligenza, della mia voglia di dignità, del rispetto di me stesso, e vorrei che anche gli altri lo sentissero come un bisogno, perchè se l'attuale modo di pensare, di vivere, di trascinarsi avanti non viene completamente sradicato dalla nostra Società, dalle nostre menti, allora …..... auguri Italia mia........... ma io, forse inguaribile sognatore, non ci voglio credere.